CRITICAL TEXTS

EMILIO CROTTI
EMILIO CROTTI
Davide Panichi
E' lungo ed articolato, suddiviso in più fasi, il percorso affrontato dall'artista Emilio Crotti prima di giungere allo stile
personale che caratterizza i suoi lavori, da qualche anno. La ricerca non si è mai interrotta, lasciando intravvedere
attraverso tanti piccoli elementi e segnali anticipatori quello a cui sarebbe giunto tramite la sua evoluzione.
La tendenza a frammentare o frazionare il supporto scelto, scomponendo quindi l'immagine raffigurata, si era già
manifestata ma è solo simulando l'effetto di un mosaico che si inaugura una fase ed uno stile inconfondibile.
Figure geometriche, simboli cuneiformi e lettere dell'alfabeto si sovrappongono ed incastrano, creano necessari
contrasti cromatici ma anche armoniosi abbinamenti. Tante piccole tessere che vanno a riempire quegli spazi
delimitati dai contorni, resi essenziali seppur allo stesso tempo completi, di ogni singolo soggetto.
La suggestione non manca, anzi ne risulta amplificata. Soprattutto nei numerosi ritratti femminili dal momento
che troviamo un parallelismo per quel che riguarda la trasformazione dello stile figurativo.
Una donna inizialmente misteriosa, seducente e romantica che acquisisce progressivamente un
temperamento più forte e consapevole della propria forza non soltanto interiore. Una moderna
amazzone, fiera e indomita.
22/01/2022
EMILIO CROTTI
EMILIO CROTTI
Carlo Alberto Dal Ponte
Emilio Crotti
La tua diversificazione artistica è sempre al di sopra delle forme del bene e del male e quasi si volesse estendere al di sopra del sociale.
Sembra inutile ripeterlo, ma sei un GENIO, e chissà se per te la luce oscilla fra quella radiosa del sole e quella del plenilunio.
Sta di fatto che per te l'originalità è la prerogativa di produrre arte.
Non è neppure il caso di farti degli auguri carissimo Emilio, in quanto il tuo fare produce delle reazioni a catena i cui effetti andranno oltre
la tua morte ad illuminare artisticamente le opinioni sull'andamento della civiltà del mondo.
Per me, fra i contemporanei, sei, al momento, il numero uno.. gloria e notorietà, e quindi, il meritato successo.. destinato a durare nel
tempo anche oltre il tuo decesso.. che speriamo, avvenga lontano, in misura tale da consentirti una produzione ricca di opere.. che resteranno a sostegno della tua artisticamente originale, forma di scuola espressiva. Tanti auguri
o indimenticabile Emilio.
21/01/2022
EMILIO CROTTI
EMILIO CROTTI
Arianna Forni
Sono molto felice guardando i dettagli di queste opere proprio perchè l'utilizzo di queste geometrie, una diversa dall'altra.. non ce n'è una identica a quella vicina, creano appunto una frammentazione sia materica che cromatica di quello che è l'insieme figurativo.
L'uso del colore è veramente geniale ed è la creazione totale di quello che è il mondo fantastico dello stesso Emilio Crotti, che è parte di quello che è il nostro mondo fantastico.
Quindi sono queste geometrie che riescono a plasmare all'interno delle sue opere quello che è appunto l'iconografia della sua immagine che vuole rappresentare sulla tela.
E' un'illusione di una realtà che viene sgretolata dal suo insieme e nell'insieme viene scomposta e attratta da questo cromatismo. Effettivamente da lontano crea un'immagine figurativa di insieme ma da vicino viene raccontata appunto attraverso queste piccole geometrie, ognuna diversa dall'altra, che anche cromaticamente sono tutte differenti dando appunto questa immagine estremamente contemporanea di quello che è l'insieme.
Sembra effettivamente di guardare un'immagine che, si, da lontano sembra quasi un bel disegno in realtà no, in realtà è creata da questa frammentazione geometrica di piccoli pezzettini che formandosi e colmandosi creano questa figurazione davvero fantastica.
22/04/2021
Riflessi del nostro tempo
Riflessi del nostro tempo
Luciano Caprile
Raccontare la contemporaneità può rivelarsi un esercizio di quotidiana e poco impegnativa abitudine se ci si sofferma sulla patina superficiale dell'esistenza. Più complesso è lo scavo da compiersi sotto la scorza dell'apparenza. Il compito dell'artista che non intende accontentarsi del semplice e magari accattivante involucro delle cose, delle persone e degli eventi che scivolano sui giorni e sulle ore è proprio questo: cercare di capire quel che succede veramente della nostra vita magari avvalendosi del viatico di una immediata facilità di racconto. Emilio Crotti segue nei suoi dipinti tale linea che prevede una parcellizzazione delle immagini e una loro ricostruzione per tasselli, per scaglie sovrapposte o giustapposte a rivelare la fatica psicologica di una composizione che in qualche misura inquina l'evidenza. Infatti queste opere ostentano di primo acchitto quell'apparenza che si vorrebbe esorcizzare: i volti delle belle ragazze effigiate sembrano usciti dalle tante copertine delle tante riviste patinate esibite dalle edicole o dai cartelloni pubblicitari che seducono lo sguardo; inoltre certi scorci di paesaggi o di scene con persone paiono tratti più dalla fuga nel sogno che dal conforto della realtà. Invece, superato, il primo momento della captazione visiva, ci si accorge che tale clima idilliaco e che tale perfezione formale (perchè, occorre dirlo subito, Crotti è un propugnatore di quella che si chiama generalmente "bella pittura") subiscono un inatteso e traumatico inquinamento. È come se i pensieri della gente e i loro disagi interiori uscissero allo scoperto per manifestarsi sulla tela al pari di una seconda pelle o, nel caso degli sfondi e dei paesaggi, è come se una germinazione spontanea e incisiva di sensazioni che diventano concrete, perfino tattili, invadessero compiutamente lo spazio. Addirittura negli ultimi due anni un simile processo di contaminazione ha subito una incisiva evoluzione con la presenza di elementi simbolici ricorrenti e di parole che assumono il ruolo sempre più marcato ed evidente di memoria, di testimonianza, di ossessione. A tal punto ciò che è sembrata una palese contraddizione dialettica diventa una denuncia impressa sulla carne, su una parete o nell'aria al pari di un insistente tatuaggio, di un graffito che non cancella l'ordine compositivo ma lo fa volgere verso una meditazione di quella ricercata bellezza che traspare dietro la patina della riflessione. Un pò come succede alle rughe che incidono i volti delle persone o anche alle rughe tracciate dal trascorrere del tempo sui muri o sulle cose che da lontano vengono assorbite o annullate dalla visione d'insieme, mentre da vicino trasmettono i molteplici significati di una singolare storia esistenziale. Emilio Crotti predilige alcuni soggetti che ricorrono con puntuale perseveranza e che aiutano anche a scandire lo svolgimento dell'ispirazione. Innanzitutto i ritratti, come si è detto, che servono da seducente specchio per una lettura interiore. "Sospesi pensieri" e "Pensieri sospesi" del 2006 formano per esempio un ideale dittico, ovvero due momenti espressivi del medesimo volto di fanciulla che riversano il tumulto delle emozioni sulle stelle, sulle farfalle che scivolano su una ciocca bionda e da qui sull'incarnato, sull'azzurro-cielo del vestito. Sono emozioni che diventano parole compiute, frasi sussurrate, marchiature nostalgiche proprio in "Emozioni", quindi in "Remember", in "Io Amo la Musica", di "in mente sempre love", materializzate da una sequenza trascinante di "baby ... baby ... baby", di "kiss my love" che scritte così, sembrerebbero l'emblema della banalità amorosa e invece, nella loro formulazione plastica (a rincorrere un bagliore nei capelli o a mimare lo smarrimento di una lacrima), conquistano il ruolo del disagio espressivo. Se in tale clima introduciamo il tema del carnevale e lo ambientiamo a Venezia, non si va a toccare il culmine del kitsch ma si va ad aggiungere nostalgia alla nostalgia, rimpianto al rimpianto. In "Magica Venezia" e "In maschera a Venezia" si frantuma in solide pennellate timbriche la cartolina della Chiesa della Salute che cresce sul fondo mentre il cielo, la laguna e il Pierrot subiscono il precipizio delle citazioni oniriche. E il medesimo canovaccio si rinnova con "Venezia in maschera", con "Magia a Venezia", con "Venezia magica" in un variabile e illusorio tripudio di gondole, di travestimenti e di panorami. Altro tema coinvolgente riguarda il mondo della danza e della musica che coniuga il piacere della fuga nel sogno, nel desiderio e nel desiderio del sogno (che può ribaltarsi nel sogno del desiderio) con la conquista di una nuova armonia di gesti. Idealmente è la ragazza di "Io amo la musica" a trasformarsi nella sinuosa ballerina di Bolero dopo aver suscitato la passione del suo compagno di danza. In questa sequenza filmica si perviene a "Nota su nota", a "Mandolino", a "Mille note" per giungere al recentissimo "Note blu", ovvero a una serie di immagini che hanno una caratteristica in comune: le suonatrici sono bellissime donne, sirene che affidano alle melodie dei loro strumenti un messaggio di grazia e di amore. Come si può vedere sembra che un sottile filo conduttore leghi i vari passi delle vicende narrate: è il desiderio di non smarrire il contatto col ricordo, è il desiderio di fermare il momento della nostalgia che così si materializza in un segno, in fantasma ricorrente o nel fragile mattone che insieme agli altri tiene in piedi il significato più vero e più recondito di ciò che ci viene elargito dal dipinto. Ma se fino a questo punto la presenza umana appariva come l'elemento trainante e insostituibile nelle trame di Emilio Crotti, ecco proporsi invece a un certo punto una nutrita presenza di scorci di città, di una città in particolare, quella di New York ricca di seduzioni visive, di possibilità interpretative d'ampio respiro. Infatti i variegati tasselli dei grattacieli, uniti alle teorie delle automobili o alla dispersione cromaticamente parcellizzata della gente, diventano elementi costitutivi, essenziali della costruzione del nostro autore tanto da entrare con naturalezza nella sua poetica. Tanto "Marciapiedi di New York" quanto "Mille luci" o "New York Cola" costituiscono sotto tale aspetto esempi quanto mai efficaci. Il primo quadro viene risolto da una folla che si dissolve in coriandoli multicolori sul fondo della strada, nella dispersione delle foglie di un albero; il secondo e il terzo trovano un felice pretesto esecutivo nella ricorrente pubblicità che ormai scandisce e inonda la vita di ogni metropoli. Crotti adegua le sue regole creative a tale realtà senza alcuna forzatura perchè la frammentazione e la ricostruzione del suo universo pittorico si specchiano perfettamente nella quotidiana frammentazione e ricostruzione della vita cittadina proiettata verso un accelerato, talora parossistico divenire. Infatti gli scorci di "New York Rabbit" e di "New York Kodak" appartengono ormai al nostro sguardo e alla nostra città ovunque essa sia. Le insistite pennellate del nostro autore tendono proprio a evidenziare il clamore pirotecnico di una simile realtà che annulla le persone, le fa apparire come parte dell'arredo urbano, come pedine in perenne transito esistenziale. E allora ? Qualche volta viene voglia di fuggire. Per farlo Crotti libera i suoi puledri in corse sfrenate: "Guado blu", "Criniere selvagge", "Nati per correre" sono titoli che profumano di libertà, di rivincita, di orizzonti infiniti. Questa esigenza di rivincita dalle regole comportamentali della vita vengono da lui affidate agli zoccoli che calpestano l'acqua per tradurla in schegge di luce o la si lega alle criniere agitate dal vento. Per andare dove ? Per puntare verso un possibile orizzonte dove far riposare la fantasia, dove il respiro non teme di incontrare subdole contaminazioni. Alcune scritte che caratterizzano il cielo e i corpi di "Nati per correre" sono citazioni di luoghi idealizzati in cui stemperare ogni senso di quotidiana costrizione: "Far West", "Maremma, steppa, prateria", "Colorado, canyon, tundra". La nostra vacanza mentale corre anch'essa lì, in quella pittura di rivincita che Emilio Crotti dispensa a piene mani per accontentare lo sguardo e lo spirito prima che vengano annegati nel caos della ricorrente e alienante New York che ci compete.
08/09/2007
L
L'ideale estetico e i mezzi espressivi
Giorgia Cassini
Tradizione e modernità si incontrano nell'arte di Emilio Crotti: un accostamento non casuale ma ricercato nel comune rifrangersi della luce. L'artista si esprime nella tecnica non consueta del mosaico, utilizzando impulsive spatolate come schegge taglienti componenti partiture astratte di linee a tasselli che si risolvono improvvisamente in immagini naturalistiche o urbane. Sono le sovrapposizioni e il ripetersi che creano sottolineature e nessi di senso. In questi quadri Crotti recupera il segno distintivo della costruzione cubista, una molteplicità di brevi linee rette che danno alla superficie del quadro un aspetto prismatico. Sono dipinti che saggiano i concetti di visibilità/invisibilità, materialità/immaterialità, per evidenziare i nostri processi di percezione. Le sue tele multicolori sono composte di vari strati materici, armonizzati nella capacità violenta e diretta di colpire l'osservatore riconducendo l'esercizio della pittura al segno e alla concretezza del connettivo pittorico in un costante processo di decostruzione/costruzione in grado di stimolare una maggiore consapevolezza visiva. Il segno e/o la sua assenza analizzano quella dialettica degli opposti, ancora fondamentale nel moderno processo compositivo. Usa una sorta di codice per sequenze che scandisce il ritmo della scacchiera visiva, in un continuo rimando tra l'artista e l'osservatore a comporre sul fragile fondo di vetri spezzati, appositamente progettati, l'accento emotivo. Introduce una dose di esperienza concreta usando un mezzo come l'astrazione, suppostamente distante dalla realtà e disinteressato ad essa. La strutturazione pittorica attuata da Crotti sottolinea e dimostra la nostra capacità di percepire le cose nella loro integrità spaziale e temporale. La simultaneità fra visione e percezione è data proprio dalle linee forza divergenti le une sulle altre che assumono nella riorganizzazione mentale concreta conformazione. L'obiettivo della sua produzione non è dare un un attendibile resoconto degli eventi, ma creare immagini fortemente affascinanti, pervenendo tramite la scomposizione dei piani a rappresentazioni di icastica bellezza. Le raffigurazioni di Crotti - che intervallano grandi vedute metropolitane, caratterizzate dalla frenesia del nostro contemporaneo, a figurazioni femminili di grande espressività - catturano la luce naturale per restituirla sfaccettata in multigradazioni cromatiche che invadono la tela e ne fuoriescono a toccare l'animo degli osservatori. Negli ultimi lavori - composizioni di insegne, luci, figure umane o volti frantumati in irridescenti ritmi astratti più musicali he visivi - inserisce una variante insolita e spiazzante, un piccolo dettaglio che costringe ad osservare meglio: lavora sulla interazione testo-immagine. È l'analisi linguistica intrapresa con l'aiuto di altre persone che, a loro volta, leggono e interpretano. Il tutto dà luogo ad una seducente proliferazione linguistica, visuale, comportamentale che evidenzia i meccanismi di produzione e metabolizzazione del senso. Ne deriva uno sguardo sulla cultura urbana contemporanea ironico ed affascinante ove il combinare design grafico con l'estetica della pubblicità indaga lo sviluppo e le caleidoscopiche trasformazioni dell'oggi.
08/06/2007
L
L'artista del mosaico pittorico
Carlo Gramaglia
Come gli archi e le colonne che formano il chiostro di un convento utili per la formazione del clero, l'arte rappresenta tante tappe di meditazione e ricerche per gli artisti. Questo concetto delinea benissimo la carriera pittorica di Emilio Crotti, emiliano di origine, residente a Genova Pegli: un artista che non ha risparmiato le ricerche, gli studi, i corsi, i consigli dei professori dell'Istituto d'Arte. Sotto la guida dei maestri Antonio Morera, Ernesto Massiglio e Carlo Rambaldi, è passato attraverso tavolozze diverse; dagli affreschi alla grafica, al realismo perfetto dei suoi personaggi, al surreale, al mondo sensuale delle bellissime donne, vestite con abiti di alta moda o teatrali, poste fra luci ed architetture classiche. Le esperienze di Emilio Crotti si estendono anche al restauro sotto la maestria dei proff. Berland Pompeo e Dario. Dopo tante esperienze un artista sarebbe tentato a passare all'informale, ma Emilio Crotti insiste: cambia ancora, si orienta verso il concettuale e poi come per incanto, sempre con i suoi colori ad olio, tempere, acrilico, ordinati e puliti, dipinge leoni, tigri, clown, suonatori e giocolieri, cavalli e salotti, marine, fiori e volti femminili con nuove pennellate. Sono dipinti con piccole spatolate decise, che si accostano e si sovrappongono con precisione, come tanti mosaici e tecniche coloristiche di grande effetto. La goccia scava la pietra con una azione lenta, ma tenace, che alla fine raggiunge lo scopo. Così è Crotti. Il suo amore per l'Arte e le grandi esperienze contribuiscono ad imprimere una grande personalizzazione alle sue opere. L'Arte è nel suo cuore, nel suo animo. Crotti la trasferisce sulle tele. Lavori dopo lavori, con il mosaico riesce ad esaltare qualsiasi soggetto, sia del mondo animale che delle più svariate raffigurazioni: una tecnica singolare, nuova che lo distingue, inimitabile e congegnale nella sostanza cromatica, sia per la pulizia che per la grafica. La tecnica del mosaico è antichissima, ma Crotti è riuscito a ricrearla come evento nuovo, singolare, moderno per il mondo pittorico. Oggi è un artista di eccellenza, da seguire. Ogni opera richiede tanto lavoro di precisione e di pazienza, ma anche emozioni, tanto che nella tela lascia un pezzo del suo cuore. Ho trascurato le sue mostre, le sue opere importanti, veri capolavori per le collezioni e musei. Ma per un artista di questo calibro sono cose immaginabili e risapute. L'Arte di Emilio Crotti comunica da sola!
08/06/2007
EMILIO CROTTI
EMILIO CROTTI
Emiliano Busselli
Una pittura musicale, armonica quella di Emilio Crotti, elegantemente vibrata da uno scintillante e luminoso cromatismo a contrappunto, esaltato dalle specchiature ad effetto smaltato delle tessere di colore ad olio che caratterizzano la sua originale tecnica compositiva.
Tutto ciò che passa al vaglio del solare, gioviale, giocoso, gioioso senso estetico dell'artista emiliano diventa sinfonia: Le luci di una icastica , familiare ed insieme mitica New York, simbolo, per antonomasia, della modernità, con la sua sarabanda di colori, insegne e slogan pubblicitari, i lunghi e sinuosi capelli di una giovane modella, gli schizzi d'acqua sollevati da un flessuoso cavallo in corsa. E così fino alla metamorfosi sinestetica del suono caldo di un sax che si tramuta in linee di colore in propagazione nello spazio.
Tutto, nelle tele del Crotti, parla la lingua di una delicata, sussurrata eleganza: I volti intriganti delle modelle, le movenze sensuali dei loro corpi, il gioco leggiadro delle maschere del carnevale di Venezia, persino il misurato caos di un'orchestra colta nel momento liberatorio dell'applauso dopo l'esecuzione.
La pittura di Crotti è modernamente popolare e sociologica, ma, nello stesso tempo, intimista; sempre caratterizzata da un distacco contemplativo di natura emotiva ed insieme razionale, che non è volontario allontanamento dal mondo e severo giudizio ascetico su di esso, ma, al contrario, partecipazione, volontà di fusionecon il flusso energetico da cu hanno derivazione le molteplici, mutevoli forme del mondo.
18/11/2006
Emilio Crotti
Emilio Crotti
Maura Macciò
Uno stile caratterizzato dalla frammentazione materica e cromatica della superficie del quadro, scomposta in una miriade di piccoli tasselli, ognuno dei quali incredibilmente ha un suo proprio colore, una sua forma geometrica diversa da quello di qualunque altro. Tasselli materici chiamati a raccontare con slancio plastico la poesia che vive nelle storie di tutti i giorni, rilevabile nello spessore della cromia che si dilata, si scompone e ricompone magicamente. Nelle superfici dipinte la materia cromatica si frantuma come per una interna forza centrifuga e nell'illusorio sgretolamento formale in realtà moltiplica l'immagine, in una logica di bordature e contorni definiti, che trovano la loro sintesi nella armoniosa complessità dell'opera. La scomposizione delle rappresentazioni in frastagliati tasselli materici crea infatti un irripetibile eclettismo nella visione degli oggetti. Essi sono percettibili a distanza ravvicinata come insieme scomposto in astratto cromatismo, mentre allontanandosi dalla tela si ricompongono dinamicamente riassemblandosi in equilibrio figurativo. Anche la più classica rappresentazione della natura è così resa unica dalla sfaccettatura del colore, dalla frammentazione originale della superficie che rende l'opera complessa come un mosaico, trasparente come una vetrata e assolutamente irriproducibile. Nei colori limpidi ed aggressivi di Crotti c'è il linguaggio dell'artista moderno, nella sua pittura vive l'aria e l'anima della gente di oggi, sempre di corsa, immersa circondata e intrappolata dal traffico, in coda davanti a un pub, mentre balla, ride, suona o cammina per strade illuminate da vetrine e negozi. Uno sfarfallio di colore gettato a piccole spatolate che si sovrappongono e si mescolano creando movimento, una forza vitale che riesce attraverso una esperta tecnica coloristica a scrutare la fisionomia e l'interiorità umana. Una umanità plasmata e scavata con la sua spatola abile, densa corposa, che sembra segnare limiti e contorni ma capace al tempo stesso di aprire qualunque orizzonte.
08/04/2006
EMILIO CROTTI
EMILIO CROTTI
Giannina Scorza
EMILIO CROTTI by Giannina Scorza - The artist is a real specialist in the "spatula" technique, the iconic results of which are given by peculiar, intense, and thick painting of the background. The painter expresses himself by preferring a suggestive impressive, realistic depiction. This persuasive and meaningful iconografhic skill enables Crotti to communicate with allusive and intriguing ability. In the surprising works at the exhibition, the artist renews the impetuous passion and vigour of his spatula, the exuberance of the chromatic expansion, the originality and expressive freshness.
05/06/2003
Emilio Crotti
Emilio Crotti
Davide Basilico
La pittura di Emilio Crotti è una ricercata, raffinatissima scomposizione non solo del colore ma proprio dell'intera rappresentazione in una sorta do mosaico. Una incredibile realizzazione certosina, attenta, corretta, straordinaria. Questa sua particolare invenzione pittorica si innesta su dei concetti di base mettendo in evidenza la grande capacità pittorica ma la modernità che vive è nel segno astratto. Smembramento della figura in tasselli materici e policromi che non vivono di una astrazione formale completa ma è gioco pretesto per dare vibrazione alla sua opera. Crotti riesce a far proprie delle caratteristiche legate all'astrattismo per renderle possibili, fruibili, contigue alla figura che rappresenta.
08/04/2003
EMILIO CROTTI
EMILIO CROTTI
Pierpaolo Merighi
In qualità di mercante d'arte devo esprimermi su un artista che ho avuto la fortuna di conoscere circa 10 anni fa.
Rimasi colpito da questo artista emiliano ricco di grande bravura che sa portare avanti un dialogo pittorico con un carattere geniale, suggestivo e unico oserei dire.
Crotti sa usare la spatola con grande intelligenza e maestria con un ritmo splendido, dove l'intreccio fra luce e colore raggiunge una visione di grande qualità pittorica ed artistica.
Bravissimo Crotti nell'applicare questi tasselli a spatola con uno stile unico e personale, rendendo le sue opere come per magia un vero miracolo artistico e culturale dove il colore recita una parte importante che solo Crotti riesce a trasmettere, nei suoi dipinti, Una visione di splendida bellezza.
Porgo l'augurio che egli possa sempre continuare a dipingere con l'importanza artistica che gli viene riconosciuta sia dal pubblico che dalla critica più accreditata.
Ad Emilio Crotti esprimo la mia più grande stima ed ammirazione.
06/03/2003